Le forme di potassio nel suolo
Nel terreno il K è presente in quantità superiori a quelle dell’azoto e del fosforo ed il suo contenuto medio, è del 1,5% nei terreni agrari mentre oscilla tra lo 0,15% e il 4% in quelli naturali. Questi valori, comprendono però la frazione contenuta nei minerali primari e quindi non direttamente utilizzabile dalle piante.
In effetti, il potassio è presente nel terreno sotto diverse forme:
Sintomi di carenza
Un deficit di potassio, causa dapprima una diminuzione della resa estetica generalizzata del tappeto erboso, in seguito all’aumentare della carenza, apparirà sulle foglie più vecchie, una clorosi generalizzata. Una forte carenza potrà causare un ingiallimento che parte dai margini apicali della foglia e che nei casi estremi porterà alla necrosi. Non vi sono particolari sintomi che rilevano un eccesso di potassio, ma si avranno dei “consumi di lusso” e insorgeranno dei fenomeni d’antagonismo con il magnesio ed il calcio.
Scelta del concime
Le principali fonti di potassio, per la fabbricazione di concimi, sono i minerali quali la silvinite, la carnallite e la cainite che previa eliminazione del cloruro di sodio, danno il cloruro di potassio (KCl) con un contenuto medio del 60% di K2O. Al fine di eliminare il cloruro si tratta il cloruro di potassio con acido solforico così da ottenere il solfato potassico (K2SO4) con un titolo del 50% di K2O ed un 45% di SO4 e meno del 3% di Cl. Altri concimi potassici meno utilizzati sono il nitrato potassico (KNO3) con il 45% di K2O e il 13% di N ed il Patentkali o solfato doppio di potassio e magnesio con il 29% di K2O ed il 10% di MgO. Il potassio rientra poi nella composizione dei concimi complessi in diverse percentuali sotto forma di cloruro o solfato di potassio.
Da qualche anno sono apparsi in commercio concimi potassici a lenta cessione che sono stati formulati per limitare il fenomeno del dilavamento, particolarmente accentuato in aree, come green e tee costruiti su sabbia, dove a causa della bassa capacita di scambio cationico (CSC), i rischi di perdita dell’elemen- to sono maggiori.
Anche se le graminacee sopportano a dosi non eccessive il cloro, è preferibile utilizzare per le concimazioni, potassio da solfato che, avendo inoltre un basso indice di salinità, permette di minimizzare i rischi di fitotossicità e di bruciature delle lamine fogliari.
Concime |
%K2O |
Indice di salinità |
Cloruro di potassio (KCl) |
60 |
114 |
Nitrato di sodio (NaNO3) (riferimento) |
0 |
100 |
Nitrato di potassio (KNO3) |
45 |
74 |
Solfato di potassio (K2SO4) |
50 |
46 |
Il potassio in pratica
Da quanto si è detto, è evidente che i benefici che il nostro tappeto erboso trarrà da un buon apporto di potassio sono molteplici ed in particolare ricordiamo:
Sarà pertanto fondamentale, previa analisi del suolo, elaborare un piano di concimazione che tenga in dovuta considerazione l’apporto di potassio, privilegiando la sua distribuzione, nei periodi dell’anno in cui la pianta si prepara ad affrontare condizioni climatiche a lei poco favorevoli. Pertanto il mio consiglio è di somministrare il 30% dell’apporto totale di potassio all’inizio dell’estate, il 40% in autunno e la restante quota all’uscita dell’inverno ed in primavera.
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